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“i cliché sono le verità di cui ci siamo annoiati”

Published (click to see context) on 07/04/2021 by Morgan Bazalgette • 4 minutes

Mentre leggevo questa frase ripensavo a varie volte in cui ho detto o sentito frasi ovvie: in particolare mi sono ricordato di un momento alle medie in cui alzai la mano nel mezzo di un discorso sulle atrocità commesse dai nazisti sulla popolazione ebraica. Mi ricordo di aver detto “ma prof, tutto questo è disumano”, e di esser poi stato sdegnato dalla classe per aver detto una frase così ovvia. Dentro di me, però, la vera domanda da cui è nata questa affermazione era: com’è possibile che un uomo possa commettere cose così atroci e orribili nei confronti di altri uomini?

La risposta, caro Morgan tredicenne, è semplice: il terrore. Da quando si smette di vivere ed essere dipendenti sui propri genitori, si viene a capire una cosa: nonostante l’essere umano sia sulla terra da 12000 anni, ancora oggi per sopravvivere dobbiamo lavorare. Tutte le persone sane di mente e corpo sono chiamate a lavorare - nei paesi meno sviluppati anche quelle non sane, e per fare in modo che non gli balzi l’idea di trasferirsi in un posto in cui possano curarli ci siamo inventati ‘sta bazza della cittadinanza.

Ebbene, ogni giorno della tua vita una volta uscito dalla campana di vetro che è la tua famiglia sarai terrorizzato. Il terrore è una paura così forte e costante che ti pervade la vita, ti cambia, ti obbliga a fare cose che tu non faresti mai: e con il tempo ci fai l’abitudine, finché non ti dimentichi cosa vuol dire vivere senza.

Sarai terrorizzato perché la scelta che devi affrontare ogni giorno è quella tra il dare tempo in qualcosa che non vuoi fare, spesso a prescindere dalla tua salute, o morire. E non è solo paura di morire. Morire senza un reddito vuol dire morire lentamente, facendo la carità, riducendoti in condizioni vergognose, per la morale degli stati liberali e quindi anche di molte delle persone che li abitamo. Oltre al fatto che se muori di fame perché non hai trovato lavoro, potrai ricevere anche compassione, ma se muori perché hai rifiutato il lavoro che ti hanno “offerto”, che siano amici o lo stato, vuol dire che sei un suicida, che hai rifiutato pure la “carità”. E precipiti ancora di più nel disprezzo. (Notare come queste persone e lo stato, in questo caso, ti venderà il lavoro come un atto di generosità, quando si tratta meramente di ricatto e sottomissione.)

Morire per “disoccupazione”, in altre parole, è una delle peggiori morti possibili: lenta, senza onore, senza meriti, e con le persone a te vicine che, a meno di non aver scelto una nicchia di gente particolarmente acuta, penseranno di te come un “ingrato,” uno stupido. Ma se una persona arrivata ad un certo punto della vita la morte per disoccupazione non fa più paura, l’ultima arma del capitalismo diventa la campana di vetro stessa: le persone che dipendono da te. I figli, e soprattutto in passato anche le mogli.

Immagina ora quindi di essere un nazista a cui viene ordinato di gettare del Zyklon B in una stanza. Tu sai, anche se nessuno te l’ha detto, cosa sta succedendo. Anni dopo, al processo, se qualcuno ti avesse chiesto perché l’hai fatto, risponderesti con le famose parole “Befehl ist Befehl” (Un ordine è un ordine). Ma in quel momento il confronto è semplice: continuare a vivere o perdere il lavoro, per poi essere etichettato traditore perché non hai eseguito gli ordini, per poi poter essere addirittura ucciso direttamente, e augurare morte certa a moglie e figli, che essi siano uccisi dalle SS o dalla disoccupazione.

E allora sì, certo, la shoah era profondamente disumana. Le persone che eseguivano gli ordini lo facevano non solo perché “Befehl ist Befehl,” ma anche perché non eseguire gli ordini voleva dire spesso morte, o tua, o dei tuoi cari.

La shoah era disumana perché il capitalismo è disumano. E anche questo è un cliché per alcuni, ma non per questo smette di essere vero o meno valido.

Diventare adulti altro non è che questo: imparare il principio di Befehl ist Befehl, ed asservirsi al ricatto che il capitalismo ci fa ogni giorno. Imparare ad essere terrorizzati.

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